Gran Concerto “Armonie e sapori d’estate”

Giovedì 16 giugno  2016 alle ore 19.00, al Teatro Oscar di Milano, per l’ultimo appuntamento della Stagione Concertistica,  l’Orchestra “Accademia di Musica Sacra” presenterà il Gran concerto“Armonie e sapori d’estate”

Programma della serata:

P.Mascagni- Intermezzo cavalleria rusticana

L.Boccherini– Musica notturna delle strade di Madrid – Op.30

P.I.Tchaikovsky– Valzer dei fiori dallo Schiaccianoci

E.Grieg- Peer Gynt: la morte di Ase

D.Šostakovič– Valzer dalla suite per orchestra di varietà

W.A.Mozart– Divertimento KV136

S.V.Rachmaninov– Vocalise per violino e orchestra d’archi

N.Rota– Danze dal Gattopardo

Chiuderà il concerto una sorpresa finale

 

Orchestra: Accademia Musica Sacra

Direttore: Diego Montrone

 

Pianoforte: Alessandro Lupo Pasini - Voce: Debora Tundo   Violino solista: Alberto Bramani – Violoncello solista: Yuriko Mikami

 

 

 

 

   

 

 

ORARIO CONCERTO: ore 19.00

COSTO BIGLIETTI:  15 €  (aperitivo al termine dell'esecuzione incluso)

Teatro Oscar

Via Lattanzio  58 - 20137  Milano

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Tel.3358252512

 

 

 

 

 

 

 

Gran concerto

“Armonie e sapori d’estate”

 

 

P.Mascagni- Intermezzo cavalleria rusticana

L’Intermezzo sinfonico della Cavalleria Rusticana, una delle melodie più celebri e più belle di tutta l’Opera, così intenso e struggente vi scaverà nel profondo, con passione, facendovi volare nel cielo alto delle sue campate melodiche “ultracantabili” all’italiana.

L’intermezzo, nell’opera lirica, aveva la funzione di delimitare le parti del melodramma andando ad attirare l’attenzione degli ascoltatori. Quasi un monito finalizzato a richiamare attenzione prima degli accadimenti principali. Siamo quindi di fronte a una condensazione drammatica, di espansione lirica, ma soprattutto di grande emozione che aveva la funzione di predisporre gli ascoltatori.

Nonostante l’impronta religiosa che Mascagni, livornese figlio del fornaio del paese, ha voluto lasciare in partitura – forse per ricordarci che nonostante la tensione erotica e sensuale dell’opera siamo comunque sempre in una mattina di Pasqua – le due eleganti strofe e il successivo campo aperto cantabile contengono un leggiadro movimento di minuetto.

 

L.Boccherini– Musica notturna delle strade di Madrid – Op.30

La musica notturna delle strade di Madrid, composizione del 1780 a carattere descrittivo, si caratterizza per l’uso di procedimenti e ritmi tipicamente spagnoli applicati agli strumenti ad arco, come la tecnica del rasgueado e il Cante Jondo, stile vocale del flamenco. Questa composizione racconta in modo accattivante i suoni e la musica che si può udire durante la notte per le strade della capitale spagnola: a partire dal suono dell’Ave Maria (dove gli strumenti imiteranno il tocco delle campane) si prosegue per il Quartiere (nel quale il primo violino imiterà il tamburo del Quartiere dei Soldati) per poi ascoltare il Minuetto dei ciechi (dove Boccherini fa suonare i violoncelli come se fossero chitarre) e il Rosario; il brano terminerà infine con le famosissime variazioni sul passaggio della ronda militare con l’annuncio del coprifuoco e la chiusura delle strade.

 

P.I.Tchaikovsky– Valzer dei fiori dallo Schiaccianoci

trascrizione Y.Mikami per orchestra d’archi e pianoforte

Il soggetto del balletto nel quale troviamo uno dei Valzer più famosi della storia della musica, si basa sulla famosissima favola “Lo schiaccianoci e del Re dei Topi” di Hoffmann, adattata per i bambini e trasformata in un balletto-favola. Il balletto contiene in modo sorprendente armonie e colori orchestrali del tutto moderni, nonché una strabiliante ricchezza di melodie.

Riportiamo in merito al "Valzer dei Fiori" le parole dello stesso Tchaikovsky che rivolto ai suoi colleghi musicisti così diceva: "E ‘terribilmente divertente scrivere una marcia per soldatini di piombo e un valzer dedicato a dei fiori…".

 

E.Grieg- Peer Gynt: la morte di Ase

Peer Gynt è un dramma in cinque atti, scritto in Italia nel 1867 dal drammaturgo norvegese Henrik Ibsen. Racconta la vita di uno stravagante personaggio nordico, di nome Peer Gynt. Dalla madre Aase, Peer ha imparato l’arte di fantasticare ad occhi aperti, inseguendo impossibili miraggi di grandezze sovrumane. Peer aspira infatti a diventare Imperatore e, a suo modo, ci riuscirà: Prima Imperatore dei Diavoli; poi dei Musulmani; infine dei matti. Alla soglia della tomba, scoprirà di aver sciupato l’intera esistenza senza aver capito che il suo “impero” era il cuore di Solvejg, la ragazza che non l’ha mai dimenticato e che lo salva dalla perdizione.

Lungo questo racconto, con la musica straordinariamente evocativa di Grieg, troviamo l’episodio della morte di Aase, la vecchia mamma di Peer. Peer le parla affettuosamente. Le ricorda le antiche ninna nanne: finge che il letto sia una slitta, pronta a partire per un viaggio meraviglioso, al castello di Soria-Moria, dove tutti i vecchi amici della mamma stanno facendo festa: “Arriva Peer Gynt con sua madre!” grida Peer fino a quando si accorge che la madre ha chiuso gli occhi, per sempre.

 

 

D.Šostakovič– Valzer dalla suite per orchestra di varietà

trascrizione Y.Mikami per orchestra d’archi e pianoforte

La “Suite per Orchestra di Varietà” è una delle opere più note di Shostakovich, soprattutto grazie al settimo movimento, il Valzer n. 2.

Sino ad anni recenti, un’altra suite di Šostakovič, articolata in otto movimenti, è stata erroneamente identificata e registrata come la Jazz Suite n. 2. Ora quest’opera è correttamente nota con il suo nome originale diventata particolarmente famosa dall’utilizzo del secondo Valzer nella colonna sonora del film di Stanley Kubrick Eyes Wide Shute utilizzato anche come colonna sonora del Giffoni Film Festival.

Si pensa che la Suite sia stata assemblata da Shostakovich non prima del 1956, utilizzando brani precedentemente prodotti, in particolare quelli scritti per il film “Il primo scaglione”.

 

W.A.Mozart– Divertimento KV136

Il divertimento KV136 venne composto da Wolfgang Amadeus Mozart a Salisburgo insieme ai divertimenti K 137 e K 138 nel periodo tra il secondo e terzo viaggio in Italia.

L’opera non è di così facile collocazione in quanto si attiene allo spirito del divertimento ma non alla sua forma; è costituito di fatto solo di tre movimenti con il secondo lento. Non si tratta neppure di un quartetto perché, sebbene sia scritto per quattro strumenti, manca del caratteristico linguaggio cameristico.

Il compositore scrive questo brano a soli sedici anni e propone in definitiva una sua scuola e un suo modello scrivendo di fatto musica sinfonica attraverso l’assemblaggio di alcuni strumenti (mancano ad esempio corni ed oboi per essere assimilato alla sinfonia italiana).

Il primo movimento (allegro), richiede un notevole impegno virtuosistico agli esecutori, ha un impianto ritmico travolgente senza difettare di luminose melodie.

L’andante (il secondo movimento) è più riflessivo ma la melodia continua a mantenere la luminosità che aveva nel primo tempo.

Il terzo tempo (presto) si apre in sordina per rieccheggiare i temi già esposti nei primi due movimenti ma elaborati questa volta in chiave contrappuntistica.

 

S.V.Rachmaninov– Vocalise per violino e orchestra d’archi

Molto prima che chiunque avesse sentito parlare di “musica ambientale”, Rachmaninoff aveva composto il suo “Vocalise”. Alcuni minuti  di bellezza ipnotica, l’equivalente sonoro di un massaggio rilassante. Rachmaninov ci guida attraverso la sua melodia inquietante, senza parole…, siamo in grado di sentire la respirazione alterarsi e rilassare completamente l’ascoltatore.

Vocalise è uno di quei pezzi che, nella sua apparente semplicità, nasconde la complessità, la sottigliezza e l’abilità del compositore.

Vagamente malinconica e inquietante, come tanta musica russa, lo svolgimento del brano, è abbastanza difficile anche se da subito appare famigliare e naturale, quasi come se fosse un improvvisazione. Con grande capacità, Rachmaninov tiene l’ascoltatore sospeso per tutto il tempo durante l’intero pezzo. E’ come trattenere il respiro dall’inizio alla fine.

 

N.Rota– Danze dal Gattopardo

Così diceva il compositore milanese Nino Rota: ho suonato un tema di una sinfonia che non avevo neanche mai scritta, ma che avevo fatto nel ‘44 – ‘45… era un mio ricordo di gioventù… Una sinfonia, così, romantica… basti dire che non l’avevo neanche completata, tanto ero poco convinto… Gli ho suonato questo tema e lui: “Questo è il tema del Gattopardo”.
Nino Rota racconta così, con quella disarmante semplicità che altri hanno definito “candore”, la genesi di uno dei lavori più significativi nell’ambito della musica per il cinema. L’episodio, con tutta probabilità, risale al 1961 o al 1962. Il “lui” evocato è Luchino Visconti.

                                                                                             

Sorpresa finale chiuderà il Concerto.